Homo Mechanicus - Stefano Russo

Homo Mechanicus

Tutte le opere di Stefano Russo trattano dell’energia, un inesausto e infinito richiamarsi al rapporto pieno/vuoto, al rispecchiamento di valori simbolici che risucchiano e consumano le cose. Con la nascita dell'illusione di uno scambio simbolico infinito, in cui si dissolve la realtà, Stefano Russo sembra voler aprire uno spiraglio di senso, offrendo scorci, spunti, intuizioni e analisi, che testimoniano di un impegno costante, diventato uno stile di vita e di poetica. Questo insieme di opere si presenta come il racconto del proprio transitare di esperienza in esperienza, di osservazione in osservazione. Quasi un vezzo letterario, in cui il rigore dell'analisi e della ricerca si coniuga all'estetica dei singoli oggetti. Un "puro viaggiare", nel tempo e nello spazio.

Ogni valigia è un racconto ma anche una porzione di sapere e anche una parte del corpo e anche un sentire...
Oggetti, a volte comuni altre volte stravaganti e preziosi, assemblati in modo simbolico e non funzionale, ma anche in articolate costruzioni che sembrano riflettere la volontà di penetrare la sfera dell’umano. Attraverso molteplici processi di elaborazione, tutti gli oggetti che Stefano Russo raccoglie, assembla e presenta, divengono anche altro: conduttori di energia in continua tensione con gli altri elementi e con lo spazio circostante. Molti, valigia dopo valigia, elemento dopo elemento, testo dopo testo, oggetto dopo oggetto, divengono riflessioni attinenti alla sfera dell’organico, al corpo e alle funzioni cognitive, nell’intreccio di diverse tradizioni culturali, ma soprattutto di quelle orientali, che vedono nell’equilibrio e nella conservazione energetica il segreto dell’integrità.

La valigia come simbolo del viaggio, della partenza e del cambiamento, ma anche il desiderio di distruggere quel residuo di monumentalità ancora connaturato all’arte contemporanea. Un viaggio dunque, quello cui invita Stefano Russo, è un viaggio reale, virtuale, concettuale, utopico o semplicemente ipotetico, l'idea di un viaggio come possibilità di un altrove, l’idea di un essere qui ma provvisori, proiettati verso una condizione altra, a volte ignota o comunque non definita. Ma la valigia di Stefano è anche bagaglio, spazio per ciò che nell’andare è memoria del vissuto, ed è la trasformazione degli spettatori in passeggeri, transitori, caduchi.

In questa serie di opere di Stefano Russo, si fa esplodere una nebulosa per nessi arditi e la sequenza quasi sempre enigmatica delle immagini. Quello che avvicinano gli oggetti e le valigie di Stefano sono le nozioni di processo, di svolgimento, di raccolta, come le enumerazioni caotiche di Borges e la “macchina per pensare” di Lullo. Per Stefano Russo l’arte è una sorta di “montaggio” del tempo, un diverso regime della temporalità, e dunque il contrasto di storia e memoria, una modalità da cui ricavare un’idea di «atlante», uno strumento di visualizzazione del sapere, una forma ibrida, un modo di organizzare la conoscenza, l’accostamento imprevisto o addirittura il caos.

Francesca Alfano Miglietti




Homo Mechanicus - Detail 1 - Stefano Russo










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